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-20154XIX° Raduno Nazionale marinai d’Italia Ravenna – Programma.

Venerdì 1 maggio

Apertura “Cittadella del Mare” mercatino delle attività e gadget inerenti al mare, e della Campaza (cucina di mare e di terra).

Sabato 2 maggio

Ore 9,00 – Marina di Ravenna
Partenza Veleggiata “TROFEO MARINAI D’ITALIA” (Ravenna/Rimini/Ravenna)

Ore 10,00/16,00 – Ravenna, Piazza del Popolo
Tavolo Poste Italiane – Annullo e cartoline postali

Ore 11,00 – Sala Preconsiliare del Comune di Ravenna
Conferenza stampa di inaugurazione,
 al termine srotolamento del Bandierone sulla facciata
Banda Musicale Cittadina di Ravenna e Vin d’Honneur (su invito)

Ore 14,00 – Ravenna , Sala Autorità Portuale
Conferenza stampa di presentazione dell’opera “Tappeto uno” realizzata dall’artista Doriguzzi Lilli per il Piazzale Piloti del porto di Marina di Ravenna.

Ore 15,00 – Ravenna,  Darsena di città
Inaugurazione “Cittadella del Mare”

Ore 15,30 – Ravenna, Sala Autorità Portuale
Parliamo di: “RAVENNA E L’AMERICA’S CUP”
Incontro con i personaggi che hanno dato lustro alla marineria ravennate dal 1983 ad
oggi. L’evoluzione e le nuove tecnologie sviluppate.

Ore 17,30 – Ravenna
Inaugurazione Mostre (clicca per i dettagli)

Ore 18,00 – Marina di Rimini
Arrivo Veleggiata “TROFEO MARINAI D’ITALIA” a Rimini – Serata conviviale con gli equipaggi.

Ore 20,30 – Ravenna, Cittadella del Mare
Esibizione degli sbandieratori del Gruppo Alfieri Bandieranti e Musici
del Niballo, Palio di Faenza.

Ore 22,00- Ravenna, Cittadella del Mare
“DARSENA STREET PARADE”

Giovani in Darsena

Domenica 3 maggio

Ore 9,00 – Marina di Rimini
Partenza Veleggiata “TROFEO MARINAI D’ITALIA”

Ore 14,00/19,00 – Darsena di città
Visita a Nave Galatea (riservato Gruppi ANMI dell’Emilia Romagna)

Ore 10,00 – Canale Corsini
Gara Remiera in collaborazione con il Circolo Canottieri di Ravenna

Ore 10,00 – Marina di Ravenna
Centenario della Grande Guerra – Inaugurazione Mostra Fotografica e Documentale sull’attacco austro-ungarico a Porto Corsini

Ore 11,00 – Marina di Ravenna
Cerimonia di intitolazione del Piazzale “Piloti del Porto”
Vin d’honneur e premiazione Gara Remiera

Ore 17.00 – Marina di Ravenna
Arrivo Veleggiata “TROFEO MARINAI D’ITALIA”

Ore 18,00 – Ravenna, S. Maria in Porto
S. 
Messa officiata da Mons. Lorenzo Ghizzoni,  Arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia

Ore 19.30 – Marina di Ravenna, sede ANMI
Premiazione “TROFEO MARINAI D’ITALIA” e serata conviviale con gli equipaggi

Ore 20,00 – Marina di Ravenna, Al Faro
“UN MARE DI SAPORI”

In collaborazione con Pro Loco Marina di Ravenna e ristoranti locali, si creerà una tavola che si estenderà lungo il molo di Marina di Ravenna in onore del pesce azzurro, anima della nutrizione ravennate nei secoli.

Lunedì 4 maggio

Ore 9,30 – Ravenna,Sala Consiliare del Comune
RIUNIONE DIRETTORI MARITTIMI DELL’ADRIATICO

indetta dal Comando Generale CP – GC

Ore 10,00/19,00 – Darsena di città
Visita a Nave Galatea (mattina riservata agli studenti)

Ore 14,30 – Ravenna, Centro Congressi
Convegno Internazionale “IL PORTO E LA BASE NAVALE DELL’IMPERO” 
Università di Bologna e Ravenna
Prima sessione: “I porti occidentali dell’Alto Adriatico (Villanova, Spina, Adria) e la nascita del porto di Ravenna tra storia della navigazione e archeologia”

Ore 19,30 – Ravenna, Almajà
Interclub Rotary / Lyons/ Propeller sul tema “RANCIO DI BORDO”

Ore 21,30 – Ravenna, Cittadella del Mare
“IL LAVORO DEL PORTO”  Iniziativa divulgativa sul lavoro portuale (tavola rotonda) con Ivano Marescotti

Da lunedì 4 a sabato 9
Ore 9,30/16,00 da Porto Corsini a Porto Garibaldi

Opportunità di visita alle valli di Comacchio con pranzo a bordo

 

Martedì 5 maggio

Ore 9,30/17,00 – Ravenna, Almagià
Convegno Internazionale  “LA STRATEGIA ADRIATICO/JONICA E LA NUOVA FASE DI PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014-2015 –  I progetti FUTURMED, EA SEA WAY,  EASY CONNECTING  e le nuove idee sulla mobilità marittima nell’area mediterranea per i programmi MED, ADRION e ITALIA-CROAZIA”

Ore 9,30/17,00 – Ravenna, Centro Congressi
Convegno Internazionale “IL PORTO E LA BASE NAVALE DELL’IMPERO”
Università di Bologna e Ravenna
09,30 Seconda sessione – “Il Porto e la Base Navale dalle origini all’Età Imperiale”
14,
30 Terza sessione – “L’Acmé e il declino”

Ore 10,00/19,00 – Ravenna, Darsena di città
Visita a Nave Galatea (mattina riservata agli studenti)

Ore 10,30 – Ravenna, Giardini di Viale Farini
Messa a dimora “Quattro alberi… dei marinai”

Ore 11,30 – Marina di Ravenna
Deposizione Corona al Monumento al Marinaio

Ore 18 – Ravenna, Sala Autorità Portuale
Parliamo di “RAVENNA CAPITALE DI TRE IMPERI”

Ore 21,00 – Ravenna, Cittadella del Mare
… la musica che arriva dal mare “PAZZI DI JAZZ” Young Project
Tommaso Vittorini/Ambrogio Sparagna/Paolo Fresu/Alien Dee

.

Da lunedì 4 a sabato 9
Ore 9,30/16,00 da Porto Corsini a Porto Garibaldi
Opportunità di visita alle valli di Comacchio con pranzo a bordo

Mercoledì 6 maggio

CERVIA – Istituto Professionale Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera
Concorso Nazionale “IL  MARE … NEL PIATTO”
Ore 9,00/14,00 – sfida fra le scuole finaliste
Ore 15,30 – Visita alle Saline e Museo del Sale (per i partecipanti al concorso)
Ore 20,00 – Cena di gala con premiazione
Ore 21,30 – “SECONDO CASADEI” la tradizione della musica romagnola
Musiche, balli di tradizione e fruste

 Ore 9,30 – Ravenna, Teatro “D. Alighieri”
Tavola rotonda  “IL DISTRETTO ENERGETICO DI RAVENNA DA ENRICO MATTEI AD OGGI”

Ore 9,30/17,00 – Ravenna, Centro Congressi
Convegno Internazionale “IL PORTO E LA BASE NAVALE DELL’IMPERO”
Università di Bologna e Ravenna
09,30 Quarta sessione – “IL FUTURO DI CLASSE”

Ore 10,00/19,00 – Darsena di città
Visita a Nave Galatea (mattina riservata agli studenti)

Ore 15,00 – Ravenna, Teatro “D. Alighieri”
Tavola rotonda  “ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DEL MARE A RAVENNA,
QUALI PROSPETTIVE PER LA DARSENA DI RAVENNA?”

Ore 20,00 – Ravenna, Cittadella del Mare
Serata “Piano Bar” condotta da Daniele Perini

 Da lunedì 4 a sabato 9
Ore 9,30/16,00 da Porto Corsini a Porto Garibaldi

Opportunità di visita alle valli di Comacchio con pranzo a bordo

Giovedì 7 maggio

 Ore 9,30 – Ravenna, Aula Magna Casa Matha
Tavola rotonda “L’ECONOMIA ITTICA NEL MEDITERRANEO”

Ore 10,00/19,00 – Darsena di città
Visita a Nave Galatea (mattina riservata agli studenti)

Ore 1000 – Marina di Ravenna
Dimostrazione di Ricerca e Soccorso in mare

Ore 14,00 – Marina di Ravenna
Regata OPTIMIST – per ragazzi delle scuole di Vela

Ore 15,00 – Ravenna, Ex Sala Mariani
F
ilm dedicato al mare in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale

Ore 18 – Ravenna, sala Autorità Portuale
Parliamo di “DANTE IN RAVENNA”

Ore 20,30 – Ravenna, Cittadella del Mare
“L’ISOLA DEL GIGLIO INCONTRA RAVENNA”  gemellaggio fra Gruppi ANMI e spettacolo

Da lunedì 4 a sabato 9
Ore 9,30/16,00 da Porto Corsini a Porto Garibaldi

Opportunità di visita alle valli di Comacchio con pranzo a bordo

 

Venerdì 8 maggio

Ore 10,00/19,00 – Darsena di città
Visita a Nave Galatea (mattina riservata agli studenti – pomeriggio ingresso riservato ai Gruppi ANMI)

Ore 10,30 – Ravenna, Centro Congressi
Conferenza Marina Militare e Capitaneria di Porto a favore degli studenti

Ore 13,00 – Marina di Ravenna
Partenza per veleggiata sul Candiano al seguito di Goletta Verde con arrivo in Darsena di città

Ore 15,00 – Ravenna, Ex Sala Mariani
F
ilm dedicato al mare in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale

Ore 15,45 – Marina di Ravenna
Deposizione corona al Monumento a Nazario Sauro

Ore 16,30 – Ravenna, Sala Autorità Portuale
Presentazione del libro “Nazario Sauro – Storia di un marinaio”, a seguire cerimonia consegna MOVM agli eredi Sauro

Ore 17,00 – Ravenna, Sala Autorità Portuale
Premiazione Concorso di Arti Figurative (Pittura, Disegno e Sculture)
per un lavoro ispirato a:  “IL MARE COME ESPRESSIONE DI VITA E DI OPEROSITÀ”
In collaborazione e con il Patrocinio dell’Ufficio Scolastico (US) per l’Emilia Romagna

Ore 18 – Ravenna, Sala Autorità Portuale
Parliamo di “LA TRAFILA GARIBALDINA”

Ore 21,00 – Ravenna, Cittadella del Mare
“RAVENNA FESTIVAL CON LA BANDA DELLA MARINA MILITARE”

Da lunedì 4 a sabato 9
Ore 9,30/16,00 da Porto Corsini a Porto Garibaldi

Opportunità di visita alle valli di Comacchio con pranzo a bordo

 

Sabato 9 maggio

Ore 10,00/19,00 – Darsena di città
Visita a Nave Galatea (giornata riservata ai Gruppi ANMI)

Ore 10,00 – Ravenna, Piazza del Popolo – Via Farini – Darsena di città
Alzabandiera solenne (Banda Marina Militare e “Silent Drill”)
a seguire scoprimento targa ricordo XIX Raduno Nazionale
a seguire deposizione corone ANMI e Città di Ravenna al Monumento ai Caduti

Ore 10,30 – Marina di Ravenna , Sala Auditorium
Convegno sul tema “L’ATTACCO AUSTRO-UNGARICO A PORTO CORSINI ED IL PRIMO CADUTO ITALIANO”

Ore 10,30/14,00 – Ravenna, Centro Congressi
VERIFICA POTERI PER ASSEMBLEA NAZIONALE ANMI (pranzo a buffet per i partecipanti)

Ore 14,00 – Ravenna, Centro Congressi
ASSEMBLEA NAZIONALE ANMI

Ore 15,00 – Ravenna, Ex Sala Mariani
Film dedicato al mare in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale

Ore 18,00 – Ravenna, Piazza del Popolo
Concerto della Banda della Marina Militare e Ammainabandiera con lettura “Preghiera del Marinaio”

Ore 19,30 – Ravenna, Palazzo Rasponi delleTeste
“IL SALUTO DELLA CITTA’” Aperitivo di benvenuto (su invito)

Ore 20,00- Ravenna, Cittadella del Mare
Esibizione Fanfara dei Bersaglieri

Ore 21,00 – Ravenna, Cittadella del Mare – Palco spettacoli
Orchestra di musica tradizionale romagnola Roberta Cappelletti

Da lunedì 4 a sabato 9
Ore 9,30/16,00 da Porto Corsini a Porto Garibaldi

Opportunità di visita alle valli di Comacchio con pranzo a bordo

Domenica 10 maggio

Ore 9,00/10,30 – Ravenna, Viale Pallavicini / Viale Farini / Via Diaz / Piazza del Popolo
Afflusso Gruppi ANMI e assunzione schieramento statico – rassegna dello schieramento e allocuzioni delle Autorità

Ore 11,00/13,00
Defilamento

Ore 13,30 – Ravenna, Prefettura
Vin d’Honneur (su invito)

Ore 14,00 – Ravenna, Darsena di città
Partenza per veleggiata sul Candiano al seguito di Goletta Verde – Premiazione a bordo per gli studenti partecipanti al progetto “Marinando sbarca a scuola”

Ore 15,00/19,00 –  Darsena di città
Visita a Nave Galatea

Ore 18,00 – Ravenna, Piazza del Popolo
Concerto Banda ANMI

Ore 21,00 – Ravenna, Cittadella del Mare – Palco spettacoli
“A…Mare Ravenna”. 58° Festival di Castrocaro
Selezione voci nuove volti nuovi “dove nascono i Big”, presenta Daniele Perini

Una mostra sulla Grande Guerra che mette in esposizione cimeli legati al primo conflitto mondiale.

La cerimonia di inaugurazione dell’evento “La Grande Guerra” è in programma lunedì 2 marzo p.v. alle ore 10 presso il Castello dell’abate.

L’iniziativa è organizzata dal Comune di Castellabate e si svolge in collaborazione con l’Associazione culturale Feudo Ron Alfre’ di Bellizzi.

Rientra nel programma ufficiale per le commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei ministri – Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale.

La cerimonia del taglio del nastro vedrà l’intervento del Sindaco Costabile Spinelli e dell’assessore alla cultura Luisa Maiuri, un’introduzione storica curata dal prof. Antonio Villani e la visita guidata all’evento.

La mostra resterà aperta fino a domenica 8 marzo, con ingresso gratuito (orari 9,30-12,30 e 15,30-17).

L’esposizione offrirà un percorso conoscitivo sulla Grande Guerra attraverso un vasto corredo di oggetti e cimeli, tra cui uniformi militari, medaglie, distintivi, fregi e decorazioni, materiali in dotazione nelle infermerie, lettere e cartoline dal fronte, giornali d’epoca, manuali sul combattimento, attrezzi, maschere antigas, racchette da neve e gavette.

Un’apposita sezione sarà dedicata alle foto dei combattenti originari di Castellabate e ai documenti originali custoditi nell’Archivio storico del Comune.

Ci saranno, inoltre, percorsi didattici di supporto per gli approfondimenti e di ausilio per le scolaresche.

«La prima guerra mondiale fu il più grande conflitto mai combattuto fino agli inizi del Novecento e coinvolse numerose nazioni europee ed extraeuropee, segnando una pagina tragica per la storia dell’umanità – spiega l’assessore alla Cultura, Luisa Maiuri – Ricordare ed approfondire questo evento significa cercare di comprendere le motivazioni che lo scatenarono e ricordare chi vi perse la vita.

Tale consapevolezza può aiutarci ad affrontare e a tentare di risolvere i conflitti anche potenziali che oggi viviamo, innanzitutto con modalità differenti dall’utilizzo delle armi».


Video della mostra sulla Grande Guerra

Mostra fotografica e di cartoline viaggiate sulla Grande Guerra organizzata dal Luogotenente Giannicola Guariglia.

Galleria di fotografie della Santa Barbara 2014 a Copersito Cilento.

Di Giacomo Giuliano

Dal profilo Facebook – 13 novembre 2014

Riflessioni per una petizione mediatica.

Il recente rinvenimento del corpo dell’ultimo dei dispersi della nave “Concordia” e le manifestazioni del 4 novembre in un paese a vocazione marinara come quello in cui vivo, mi hanno riportato alla mente un’inchiesta giornalistica che sviluppammo nel tempo e con grande ostinazione a Salerno sul finire del vecchio millennio.

Ci imbattemmo in resistenze inspiegabili, ed ottenemmo molti insperati risultati. Ma i contorni misteriosi e paradossali del giallo da cui eravamo partiti, ancora oggi nel 2014 rimangono tali, pur essendosi arricchiti di nuovi elementi.

Interessi di varia natura e misteri inspiegabili si aggrovigliano intorno ad una delle questioni più inestricabili della nostra storia militare. Parlo di una storia che forse pochi conoscono, e questo è già di per sé assurdo, ma che se raccontata, sembra allucinante ed inverosimile.

Il luogo

Al largo di una meravigliosa vergine terra cilentana, giace a poco più di cento metri di profondità, un sommergibile che dovrebbe ancora contenere oltre a qualche segreto di guerra, cinquantuno marinai di cui si conoscono nomi e provenienza. Il 7 settembre 1943, veniva infatti affondato il sommergibile italiano “Velella” dal sommergibile britannico “Shakespeare”.

Quel giorno il “Velella” fu fatto spostare da Napoli al Golfo di Salerno dall’ammiraglio De Courten, per contrastare lo sbarco Alleato. Questo nonostante già stato firmato l’armistizio a Cassibile il 3 settembre (proclamato solo l’8 settembre).

E’ davvero strano che fu mandato un sommergibile contro quelli che sarebbero diventati alleati. Come e perché quel sommergibile fu affondato, nonostante la guerra si fosse ormai chiusa, rimane un mistero.

Il mistero Velella

Oltre settant’anni dopo quel tragico e misterioso evento, il “Velella”, con il suo equipaggio probabilmente ancora a bordo, non è stato ancora recuperato. Diciamo che sino ad un certo punto si voleva e si poteva considerare il relitto ancora disperso. Per questo si poteva capire perché le ricerche fossero considerate piuttosto aleatorie dalla Marina Militare.

Tuttavia, in una puntata di “Parliamoci chiaro”, talk-show di Tele Salerno Uno curato e condotto dal sottoscritto insieme a Guido Carione e Cinzia Malzone, riuscimmo a mettere insieme molti pezzi di un puzzle inestricabile.

Superstiti e familiari

Contattammo telefonicamente superstiti del sottomarino. Invitammo in trasmissione figli di dispersi e professionisti esperti in tecniche subacquee. L’ostinato presidente dell’ANMI Maresciallo Carlo Mileo, che poi risulterà decisivo in alcune operazioni successive. L’Associazione pescatori, il Comune di Castellabate e tante altre autorità che potevano aiutarci.

Proprio grazie ad alcune testimonianze emerse nel corso di quella trasmissione, soprattutto con la collaborazione dei pescatori e dell’Associazione Marinai d’Italia, capimmo e dimostrammo che il Velella si trovava in un punto ben identificabile antistante il mare del comune di Castellabate.

Nel libro inchiesta “Il Velella”, di cui scrissi la prefazione, lo scrittore Angelo Raffaele Amato testualmente riporta:

“Le testimonianze raccolte durante il programma di Tele Salerno Uno “Parliamoci chiaro” andato in onda il 15/5/98, attestarono con quanta trepidazione, nonostante il lungo tempo trascorso da quel fatidico sette settembre ’43, sia i familiari delle vittime sia i reduci del “Velella” attendevano il recupero del sommergibile per dare degna sepoltura ai poveri resti del suo equipaggio.

Familiari raccontano

L’Avvocato Agostino Feleppa, figlio del Capo motorista Eudecchio, ospite della trasmissione, ci racconta:

“ Non ho mai saputo il punto esatto dove giace il “Velella”, ora però in base alle testimonianze che stanno venendo fuori, devo dare atto che per la prima volta si è posto un punto fermo e penso che sia veramente l’inizio perché si possa realizzare qualcosa di concreto”.

Presenti alla trasmissione, oltre al Presidente dell’A.N.M.I. Carlo Mileo, il Comandante Leonardo Fusco, il Sottufficiale Gerardo Caiazza e il Cantante Gigi D’Alessio. Il recupero del “Velella” sembrava fattibile perché la suddetta trasmissione smosse gli animi e fece sì che esperti in recuperi di fama mondiale come l’ingegnere Nino Buttazzoni, contattato dal Comandante Fusco, abbracciasse la nobile causa.

Interrogazione Parlamentare

In seguito a quella trasmissione fu presentata, altresì, un’interrogazione parlamentare, nella seduta numero 841 del 19 gennaio 2001. In essa si riferì, preliminarmente, dell’encomiabile attività dell’Associazione Nazionale Marinai di Castellabate e dell’individuazione del relitto da parte della stessa nel luglio del 1999, in collaborazione con un Nucleo Sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Napoli”.

C’è da dire anche che, dopo una petizione popolare ed una delibera Consiliare del Comune di Castellabate, Il Ministero della Difesa aveva già ufficialmente risposto con una lettera nella quale si dichiarava di non poter aderire alle iniziative per il recupero del “Velella” poiché il più degno ed inviolabile dei sacrari per coloro che hanno donato la vita alla Patria è il mare, comparando poi il recupero del “Velella” a quello di tanti altri relitti delle guerre mondiali egualmente recuperabili.

Insomma, dallo Stato Italiano è come se si fosse voluto considerare un relitto identificato, con corpi umani a bordo, e facilmente recuperabile, alla stessa stregua di rottami di guerra dispersi nel mare.

Tuttavia, nonostante le resistenze della Marina, quegli intenti che erano fermentati durante la trasmissione, si condensarono nelle fattive energie di un ostinato ospite, il Maresciallo Carlo Mileo.

Il ritrovamento

Il 13 maggio del 2003 nelle acque del Golfo di Salerno, ad una profondità di 137 metri fu ufficialmente localizzato e ripreso il relitto del Sommergibile Italiano Velella dall’A.N.M.I.

In collaborazione con Rizia Ortolani, subacquea tecnica, appassionata ricercatrice di relitti inesplorati e Capo Spedizione di quella che fu denominata “Missione Velella“, e la CO.L.MAR. di La Spezia dell’Ingegner Barbagelata che, con i sofisticati strumenti impiegati e l’approfondito studio sui dati ottenuti, ha fornito l’esatta posizione del relitto.

Proprio per seguire ogni procedura corretta, una nota con l’identificazione del sommergibile fu inviata dalla sig.ra Ortolani allo Stato Maggiore, Ufficio Storico Marina Militare.

Il Velella si trovava a 8,9 miglia da punta Licosa ed a 137 metri di profondità.

Accolsi quella notizia con profonda commozione e sembrava dunque che quella che era stata definita la “missione Velella”, potesse finalmente passare alla fase successiva di recupero del relitto e soprattutto dei corpi in esso contenuti.

Proprio in quel periodo mi sono casualmente distanziato da quelle vicende, per occuparmi d’altro in contesti lavorativi completamente diversi. Seppi che nel 2006 si era costituito un comitato nazionale per il recupero del sommergibile alla vigilia della Giornata in memoria dei marinai del “Velella”.

Nel 2009, incuriosito dal fatto che ancora nulla si facesse per quel recupero, chiamai il Maresciallo Mileo, deciso a sollecitare, un nuovo incontro televisivo con i protagonisti della vicenda. Il Maresciallo fu come al solito gentilissimo, ma si era trasferito al nord e mi parlò di alcune vicende giudiziarie che avevano interessato i protagonisti delle missioni sul “Velella” e che sconsigliavano un approfondimento su quel caso.

Risvolti giudiziari

Tali risvolti giudiziari, scaturirono dalla considerazione che il “Velella” fosse un “bene storico”, e che pertanto nessuno, senza autorizzazione potesse in qualche modo “profanarlo”… Al di là di come sia davvero andata, credo che, ancora una volta, il mancato recupero del “Velella” abbia “profanato” invece solo il diritto ad una tomba di eroi nazionali e l’immagine dell’Italia come paese civile.

Non conosco bene i termini di quella vicenda giudiziaria e nemmeno voglio entrarci, so solo però che proprio da quando tutto poteva passare alla fase di recupero, non so come e non so perché, il “caso Velella” si è di nuovo “affossato” in una strana coltre di oblio ed è come se anche il “Velella” fosse stato ancor più affossato sui fondali del mare. Tecnicamente non è affatto arduo, né particolarmente costoso, il recupero del “Velella”, me lo hanno riferito tutti gli esperti che all’epoca contattammo.

Ipotetico intervento della Marina

Un semplice intervento della Marina potrebbe facilmente riportare in luce il relitto, un pezzo della nostra storia. Ridare una tomba agli eroi che perirono in mare per una tragica fatalità, o comunque per un inspiegabile caso. Questioni di opportunità politica o di interessi di varia natura hanno reso celere e fattibile il recupero di relitti di ogni sorta in condizioni sicuramente molto più proibitive .

velella su facebook

Rispetto al nostro caso, però, chi dovrebbe procedere, si rifugia ancora nella comoda vecchia tradizione che vuole nel mare la tomba del marinaio ed oggi.

Anche l’A.N.M.I. sembra stranamente essersi arresa, scottata dalla “museruola” di vicende giudiziarie. Ora, concludendo il racconto di una storia nascosta nel silenzio degli abissi col titolo di una guerra già persa, mi chiedo e vi chiedo se in un paese che vuol essere chiamato civile come l’Italia, sia troppo pretendere che solo una piccolissima parte delle cospicue e folli spese che il nostro governo effettua per armi da guerra e da uccisione, possa essere investita per recuperare il decoro, la dignità e l’onore dei nostri caduti …

Per quanto tempo dobbiamo sentirci ancora raccontare questa comoda storiella del mare come tomba dei marinai? Vent’anni fa, dopo aver ascoltato un meraviglioso concerto di musica sull’acqua feci un bagno al largo dell’isoletta di Licosa, e ricordo il fastidio che provai al pensiero che stessi nuotando sopra un’enorme bara d’acciaio.

Senza retorica, sembrava di ascoltare dagli abissi le voci di quei poveri eroi in cerca di un sepolcro.

Oggi, rispetto alle prime volte che ci occupammo del problema vi è un fattore “tempo” che rende più problematico il recupero. Infatti vi è il salto di un’altra generazione. I figli dei marinai iniziano a non essere più in vita, e magari c’è chi spera che al trascorrere del tempo la memoria si affievolisca. Ai figli dei figli potrebbe non interessare con lo stesso vincolo d’affetto il recupero del corpo di un nonno di cui ha solo sentito parlare.

Diverso è ciò che prova un figlio orfano rispetto ad un padre caduto in una guerra che ha vissuto a distanza.

Ma noi confidiamo in altri fattori che però stavolta remano a favore:

  1. Esiste una memoria storica della coscienza comune che cresce e può indignarsi proprio col passare del tempo;
  1. Oggi, al contrario di ieri, sappiamo che Il “Velella” è un relitto perfettamente identificato e che si trova a soli 137 metri sul fondo del mare. E’ recuperabile senza troppe difficoltà, potendo diventare un monumento che tutti i marinai vorrebbero vedere eretto;
  1. L’Italia, guarda un po’, si fregia di essere all’avanguardia, insieme agli Stati Uniti, proprio nelle operazioni di recupero dei sommergibili. La Marina Militare dispone, fra l’altro della nave “Anteo” attrezzata proprio a questo scopo anche per recuperi sino a 300 metri di profondità.
  1. La nuova era mediatica può agire sul web in maniera prorompente e diversa rispetto a quindici venti anni or sono. Anche alcune trasmissioni riescono ad avere un effetto immediato di tipo mediatico che, se ben costruito, non credo possa essere arginata la “favoletta” del mare come tomba dei marinai. Tante volte certe inchieste sono state risolte dalla televisione e non da chi doveva provvedere.
  1. Le tecniche scientifiche attuali permetterebbero un’identificazione sicura dei corpi recuperati e questo, 15/20 anni or sono, non poteva avvenire con certezza. I diritti personali degli individui, non vengono meno istantaneamente con l’evento morte. La giurisprudenza ha ricostruito una capacità giuridica del defunto che dura al di là della vita. Il diritto alla tomba, sono da considerarsi norme protettive della personalità e non di una cosa materiale.

Un giusto sepolcro

Un giusto sepolcro ai corpi ed un monumento ai caduti, sono il minimo riconoscimento che la coscienza comune possa attribuire alle eroiche gesta di marinai che hanno dato la vita in onore della patria, fra l’altro in maniera beffarda, a guerra già conclusa. Cinquantuno corpi sono stati dimenticati nel profondo del mare ed attendono una degna sepoltura, intanto l’unica cosa che ha avuto sepoltura è l’intero caso … e non si vuole riportarlo in luce.

Oggi, dismettendo anche vesti giornalistiche, ma da comune cittadino che ama il paese in cui vive, con questa storia sbiadita, volutamente sbiadita, vorrei, nell’era di Facebook, fare un ulteriore difficile ma non impossibile tentativo, quello di riunire il cuore della gente e di tentare una propagazione ad oltranza di questo sentimento espresso, di questa piccola testimonianza che, attraverso un “tam-tam” può essere in grado di crescere in modo esponenziale e smuovere le coscienze ed interessare le teste più “pesanti”, quelle “sorde”, al fine di ricondurre in pace le grida che echeggiano da settantanni dal profondo dei mari.

La petizione

Per questo chiedo a tutti gli amici del web di avviare una vera e propria petizione mediatica, condividendo il più possibile questo scritto, facendolo proprio, commentandolo e divulgandolo e di inviare per quanto possibile ciascuno un vostro messaggio a piacere, come io ho fatto, sulla pagina Facebook denominata “Marina Militare” e/o all’indirizzo e-mail ufficiostorico@marina.difesa.it che potrebbe semplicemente essere questo : <<Recuperate il sommergibile “Velella” e date una degna sepoltura agli eroi del suo equipaggio!>>

Chiedo inoltre ad ognuno di inviare un messaggio anche sulla pagina facebook della trasmissione RAI “Chi l’ha visto?” (cui ho già mandato il presente scritto) e/o sull’indirizzo e-mail della stessa 8262@rai.it che potrebbe avere il seguente tenore : <<Ritroviamo eredi e testimonianze sul caso del sommergibile “Velella” per dare una degna sepoltura agli eroi del suo equipaggio!

Sensibilizzazione

Sensibilizziamo le autorità competenti al suo definitivo recupero !>> . Magari, se vi va, amici del web, e sposate anche voi questa causa, datemi un cenno di ciò che fate. In ogni caso vi sarò grato se in qualsiasi modo mi aiutate ad ottenere un effetto mediatico ad acquisire informazioni su eredi e testimoni.

Io possiedo vari recapiti di alcuni dei protagonisti della vicenda ed un elenco dettagliato con tutti i nomi, le date ed i luoghi di nascita e gli indirizzi di residenza dell’epoca di ogni caduto. Chi vuole notizie precise su tali dati può richiedermele tramite facebook. Per privacy ometto gli indirizzi, ma l’elenco con nomi, provenienza e classe li allego alla presente per renderlo utile alla causa.

Ecco i caduti del sommergibile “Velella”.

I marinai del Velella sono stati gli ultimi caduti dei 23.640 che la Marina ha perso prima dell’armistizio e forse proprio per questo sono stati dimenticati!

P.S. A titolo di mera informazione integrativa vi lascio tre link su cui potrete trovare qualche interessante e curioso documento :

1 Video su youtube ad uno strano spezzone della citata trasmissione “Parliamoci chiaro” da me condotta il 15.05.1998 con L’intervento di un giovanissimo Gigi D’Alessio:
http://www.youtube.com/watch?v=hU_xp63zVX8
3) l’indirizzo che vi porta alla versione web del libro “Il Velella” di Angelo Raffaele Amato:
www.calameo.com/books/00001888744b04be40a70

Come ogni anno il Comune di Lustra (SA) commemora i Caduti di Nassirya nonché i festeggiamenti dell’Unità Nazionale.

L’istituzione

Il 4 novembre è stata l’unica festa nazionale che, istituita nel 1919, abbia attraversato le età dell’Italia liberale, fascista e repubblicana. Fino al 1976 è stata un giorno festivo a tutti gli effetti.

Dal 1977 in poi, a causa di una riforma del calendario delle festività nazionali introdotta per ragioni economiche con lo scopo di aumentare il numero di giorni lavorativi con la legge 5 marzo 1977 n. 54, è stata resa “festa mobile” che cadeva nella prima domenica di novembre. Nel corso degli anni ’80 e ’90 la sua importanza nel novero delle festività nazionali è andata declinando. Ma solo recentemente (in corrispondenza con la Presidenza della Repubblica di Carlo Azeglio Ciampi) è tornata a celebrazioni ampie e diffuse.

In occasione del 4 novembre e dei giorni immediatamente precedenti le più alte cariche dello Stato rendono omaggio al Milite Ignoto. La cui salma riposa presso l’Altare della Patria a Roma. Si recano al Sacrario di Redipuglia dove sono custodite le salme di 100.000 caduti nella guerra del ’15-’18, nonché a Vittorio Veneto. Località in cui si svolse l’ultimo confronto militare della Grande Guerra fra Esercito italiano ed esercito austro-ungarico.

Le celebrazioni più importanti si tengono a Trento, Trieste e Roma.

In occasione della giornata delle forze armate italiane, inoltre, è prassi che il Capo dello Stato e il Ministro della Difesa inviino all’esercito un messaggio di auguri e di riconoscenza a nome del Paese.

Durante l’età repubblicana, durante la festa delle forze armate è stata pratica diffusa quella di aprire al pubblico le caserme per favorire l’incontro fra militari e civili. Spesso venivano organizzate esposizioni di armamenti e mostre riguardanti in particolare la prima guerra mondiale all’interno delle caserme. Usuali erano anche, specie negli anni ’50 e ’60, le dimostrazioni sportive e le esercitazioni dimostrative dei soldati.

Nelle principali città italiane inoltre si tenevano concerti in piazza delle bande militari.

I Ministeri della Difesa e dell’Istruzione collaboravano affinché bambini e ragazzi prendessero parte alle celebrazioni di fronte ai locali Monumenti ai Caduti. In alcuni anni furono anche promosse iniziative come il libero accesso a cinema e mezzi pubblici per gli appartenenti alle forze armate, e la possibilità per le famiglie di ospitare a pranzo un giovane di leva.

La festa delle forze armate è andata incontro a contestazioni nella stagione dei “movimenti giovanili” di varia matrice. Specialmente nella seconda metà degli anni ’60 e nella prima metà degli anni ’70, in occasione del 4 novembre il movimento radicale, gruppi dell’estrema sinistra e gruppi appartenenti al “cattolicesimo dissidente” hanno dato vita a contestazioni per chiedere il riconoscimento del diritto all’obiezione di coscienza o per attaccare in generale l’istituzione militare.

Le contestazioni

Spesso la contestazione veniva portata avanti attraverso la distribuzione di volantini o l’affissione di manifesti polemici nei confronti delle Forze Armate. Non di rado i contestatori venivano perseguiti per l’offesa all’onore e al prestigio delle Forze Armate e per istigazione dei militari alla disobbedienza.

Data la diversa estrazione ideologica di ciascun gruppo di contestatori, comunque, non è possibile generalizzare sui moventi e sugli scopi di queste contestazioni. A grandi linee, i gruppi del cattolicesimo dissidente insistevano sul pacifismo e sulla condanna della guerra. Ritenevano fuori luogo una “celebrazione” dell’esercito e della vittoria del 1918 e invitando piuttosto a considerare il 4 novembre un “giorno di lutto”.

Il senso di antimilitarismo

Il partito radicale era mosso dall’antimilitarismo e sosteneva con convinzione la battaglia per l’abolizione dell’obbligo di leva. I gruppi dell’estrema sinistra extraparlamentare invece non rifiutavano l’utilizzo della forza e delle armi. Essi sostenevano che nell’Esercito italiano gli alti gradi fossero ricoperti da personalità con idee di destra o di estrema destra e che, di conseguenza, nelle caserme esistessero discriminazioni nei confronti di chi aveva convinzioni politiche diverse.

Al di là di questi gruppi di contestazione, la giornata delle Forze Armate ha goduto di favore popolare e i rapporti prefettizi degli anni ’50 e ’60. Riferiscono spesso di celebrazioni molto partecipate in tutti i centri d’Italia. Un declino dell’interesse nei confronti della ricorrenza si è avuto, come si accennava prima, con la derubricazione del 4 novembre a “festa mobile” a partire dal 1977.

[fonte: Wikipedia]

Foto

Da il Mattino di Salerno del 14/09/2014

Di Antonio Vuolo

Da il mattino di SalernoCastellabate 14/09/2014:

Erano le 20 del 7 settembre 1943 quando il sommergibile italiano Velella si inabissò a circa 130 metri di profondità nel mare blu a largo di Punta Licosa perchè silurato dal sommergibile Inglese Shakespeare.

Il Gruppo locale dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia commemora i caduti nel 71esimo anniversario del suo affondamento.

Alle 9 il raduno con i Gruppi regionali e, quindi, la deposizione di una corona di fiori in piazza Carmine Passaro, caduto in guerra sul sommergibile Malachite.

Al porto di San Marco cerimonia dell’Alzabandiera e deposizione di una corona di fiori sulla lapide in ricordo delle vittime.

A seguire, alle 11.30, la Messa nella chiesa si San Marco Evangelista.

Quest’anno la celebrazione assume una valenza particolare perchè è morto l’unico superstite del Velella: Carlo Pracchi.

Il marinaio, in licenza speciale, arrivò a Napoli allorquando il sommergibile era già partito e non è mai mancato all’appuntamento amarcord.

[Fonte: Antonio Vuolo – Blog]

30° anniversario Gruppo Montemiletto. Il Gruppo ANMI di Santa Maria di Castellabate ha partecipato alla manifestazione per i 30° anni della fondazione del Gruppo ANMI di Montemiletto (AV).

La manifestazione è iniziata con il raduno dei gruppi e successivamente con il defilamento per le vie della città.

Lungo il percorso la locale ANMI ha deposto una prima corona d’alloro presso il monumento dedicato a Salvo d’Acquisto.

Una seconda corona deposta dagli stessi, al Monumento ai Caduti del Mare e successivamente una terza ai Caduti del secondo conflitto Mondiale 1940-43, dove ha avuto luogo la Cerimonia. 

Dopo la celebrazione della Santa Messa e le varie allocuzioni di rito da parte del Primo Cittadino e del Presidente del Gruppo ANMI Montemiletto si è conclusa la cerimonia.

06/11/2005

L’affondamento del Velella, da La Repubblica.

E’ strana, la storia del Velella, di quelle che ti lasciano l’amaro in bocca. Una storia di mare vera e atroce, anche se l’ho sentita la scorsa estate, quando il mare è vacanza, non fatica e paura da marinai.

Me l’ha raccontata Antonio nella sua Punta Licosa, quella pineta ferma e selvaggia chiusa da un cancello che la esclude dal resto del mondo. Una vacanza per i pochi che trovano alloggio nelle case sparse nella campagna strappata alla pineta. Gente che ama le mattine di mare azzurro e pulito.

Niente luce elettrica per i sentieri immersi nelle sere stellate, tutto è rimasto com’era tanto tempo fa.

Nemmeno il cellulare prende bene, a Punta Licosa. All’inizio del pontile c’ è una lapide: la foto di un equipaggio con al centro il comandante, tutt’intorno gli uomini del suo sommergibile, in primo piano un marinaio sorridente che mostra il salvagente con su scritto il nome della nave: Velella.

Mancavano poche ore alla fine della giornata, quel 7 settembre del 1943, nemmeno un giorno intero prima dell’ armistizio. Il Velella scivolava lentamente davanti alla costa del Cilento per andare a ingrossare lo sbarramento navale in vista dello sbarco alleato a Salerno, ma la marina inglese era in agguato e, illuminato dalla luna, il sommergibile fu un ottimo bersaglio. Il salvagente della foto non servì a nessuno, colpito a morte, il Velella s’inabissò a poche ore dall’armistizio.

E’ ancora lì, a poche miglia a largo di Punta Licosa, con a bordo il suo equipaggio. Antonio, nel patio del suo b&b sospeso fra mare e pineta, mi aveva raccontato anche della cerimonia che si svolgeva ogni anno perché il Velella non fosse dimenticato. C’era mio figlio piccolo, quella sera, e dopo, mentre camminavamo lungo i viali della pineta per andare a trovare degli amici, da lontano con la torcia inquadrammo due sagome chiare che venivano verso di noi. «Sono due marinai del Velella» disse lui per nulla spaventato, le sentiva come presenze amiche. Invece erano due villeggianti.

Ma si può morire così, a meno di un giorno dall’armistizio che segnava la fine di quella guerra assurda?

Sì, si può. Lo testimoniava la foto di quei ragazzi stretti intorno al loro comandante. Li andai a salutare la mattina dopo, prima di partire. Avrei voluto mettere un fiore sotto la foto, ma quella mattina soffiava uno scirocco violento che si portava via anche i pensieri.

Poi il ritorno in città, la solita vita, il lavoro, e il Velella si è inabissato nella memoria per rispuntare fuori in questi giorni di polemica. Copertine, dichiarazioni e interviste che danno per spacciata Napoli e la sua gente. La sensazione di un imminente, ennesimo naufragio proprio quando il cambiamento, l’armistizio di una città in guerra con se stessa, sembrava a portata di mano è insopportabile.

Ci eravamo illusi negli ultimi anni, quando sembrava si fosse presa una rotta diversa da quelle senza meta dell’atavico degrado giostrato da camorra ed emergenze secolari, o stiamo sbagliando ora che quella rotta sembra smarrirsi, anzi, che non sia mai stata tracciata? Magari siamo noi che non riusciamo più a seguirla, stanchi per l’ orrore che serpeggia con mille volti sempre feroci.

Una rotta lunga, che a volte appare interminabile, rallentata da improvvise mareggiate, assillata dalla paura degli agguati della Napoli oscura, smarrita da quel popolo che già per Goethe viveva in una continua dimenticanza di sé.

Eppure forti segnali di un risveglio civico ci sono e in gran numero, almeno pari a quello dei fatti più nefasti e tetri. C’è una rotta possibile per uscire dalle secche della nostra storia e del nostro presente, bisogna crederci, a ogni costo.

SERGIO DE SANTIS

Articolo su Rapubblica

In occasione del 69° anniversario della Liberazione, domani 25 aprile il sindaco Costabile Spinelli deporrà una corona di alloro davanti al monumento ai caduti che sorge sul porto di San Marco di Castellabate, alla presenza delle autorità religiose, civili e militari.

Il programma prevede il raduno in piazza Comunale a partire dalle ore 10, la benedizione della corona di alloro e il corteo verso il porto per la deposizione sul molo Velella. Per la prima volta la cerimonia si svolgerà solo in uno dei centri abitati che fanno parte del Comune. In base al calendario delle manifestazioni civili approvato dalla Giunta n. 57 del 18 aprile 2014, infatti, a ciascuno dei monumenti ai caduti presenti sul territorio comunale sarà dedicata una specifica iniziativa pubblica nel corso dell’anno. In particolare, il 25 aprile Festa della Liberazione sarà festeggiata sul molo Velella a San Marco, il 2 giugno Festa della Repubblica in piazza Lucia a Santa Maria di Castellabate, mentre il 4 novembre la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate sarà celebrata in piazza Cavalieri di Vittorio Veneto in Santa Maria e in piazza Matarazzo a Castellabate

Precetto Pasquale e gemellaggio tra l’ANMI di Santa Maria di Castellabate e l’ANSI di Eboli.

Il Precetto Pasquale e gemellaggio tra l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia – Gruppo di Santa Maria di Castellabate e l’Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia – Sezione di Eboli si è svolta nel’ex tenuta dei Borbone, oggi caserma dell’Esercito. La cerimonia è stata celebrata dal Cappellano Militare Don Angelo Tabasco. Molte le Associazioni combattentistiche chi vi hanno preso parte. Alla fine della cerimonia foto celebrativa e pranzo sociale tra le due Associazioni.

Galleria fotografica


torretta velella
Di Antonio Vuolo

Castellabate – Un brivido leggero attraversa il corpo ogni volta che si attraversa quel tratto di mare, come se un grido d’aiuto si levasse dalla profondità del mare.

Lì, a circa centotrenta metri di profondità, nel mare blu a largo di Punta Licosa, giace dal 1943 il sommergibile italiano “Velella”. Non fu la sirena Leucosia ad ammaliarlo ed a farlo inabissare, ma i siluri del sommergibile inglese Shakespeare. Erano le ore 20 del 7 settembre 1943.

Quattro siluri su sei andarono a segno e causarono l’immediato affondamento del sommergibile che porto con sé in fondo al mare cinquanta giovani marinai.

Una tomba in fondo al mare

Ancora oggi il Velella è la loro tomba, nonostante da anni si discute sulla possibilità di recuperare il relitto dal mare e dare una degna sepoltura ai valorosi marinai che pagarono la pace della Patria con la morte.

Ecco perché il loro sacrificio nessuno potrà cancellarlo. Anche quest’anno a Castellabate, in occasione del venticinquesimo anniversario del gruppo locale dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia in programma da oggi a domenica, saranno commemorate le vittime del sommergibile italiano.

Fu il fuoco amico, riflettendo a priori, a silurare il Velella. Un destino atroce, beffardo. Ma a bordo dei due sommergibili nessuno poteva sapere che pochi giorni prima il generale Badoglio aveva firmato l’armistizio con gli anglo-americani.

La stessa Marina Militare era all’oscuro di tutto. Fu così allora che alla vigilia dello sbarco alleato sulla costa campana dell’8 settembre, l’Italia rese esecutivo il «Piano Zeta» disponendo undici battelli ( tra cui il Velella) a copertura delle coste dal Golfo di Gaeta a quella di Paola ed altri nove ancora più a sud. Ma il Velella alle 15 del 7 settembre, al comando del tenente di vascello Mario Patanè, lasciò il porto di Napoli e non vi fece più rientro.

La firma dell’Armistizio

E quando il giorno successivo Badoglio annunciava alla Nazione la firma dell’armistizio, ormai già giaceva sul fondale di Punta Licosa.

E con esso scomparvero per sempre i cinquanta marinai che tante missioni vittoriose avevano portato a compimento nel Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico.
Castellabate, del resto, non ha dimenticato. Oggi ci sarà un concerto bandistico per “La Marina Militare” a cura della Cilento Wind Orchestra. Sabato, al Castello dell’Abate, verrà inaugurata la mostra “La marina militare in cartolina”, a cura del luogotenente Giannicola Guariglia.

A seguire la premiazione del concorso “Castellabate e la marina militare” e lo spettacolo teatrale dell’associazione Actor Sud. Domenica mattina sul molo del Velella si terrà la cerimonia dell’alzabandiera.

Seguirà la Santa Messa officiata dal vescovo di Vallo della Lucania Ciro Miniero e la deposizione di una corona di fiori per commemorare le vittime del Velella.

Ma il mare blu del Cilento tra le sue profondità nasconde diversi relitti. A poca distanza dal Velella, riposa anche la Motonave Alfieri.

La gente del posto racconta, inoltre, che negli anni Sessanta anche dei sub tedeschi abbiano recuperato resti d’aerei a bassa profondità riportandoli in patria.

Il Caccia di Camerota

A largo di Marina di Camerota, si nasconde il relitto di un caccia americano colpito e affondato durante il secondo conflitto bellico. Il pilota si salvò grazie all’aiuto di un abitante del posto che andò a recuperarlo con un barca a remi.

[Fonte: Antonio Vuolo – Blog]

25° anniversario del gruppo ANMI di Santa Maria di Castellabate.

band

La comunità di Castellabate si stringe intorno al locale Gruppo A.N.M.I. Marinai d’Italia, ospitando numerosissime Associazioni d’Armi in concedo che per tre giorni daranno vita a numerose iniziative con un vasto programma di incontri.

L’ANMI di Castellabate festeggia quest’anno il venticinquennale della fondazione.

Programma ampio di appuntamenti ed inizio venerdì 20 settembre alle ore 18 in piazza Lucia a S. Maria di Castellabate. Qui si apriranno le celebrazioni ufficiali con il benvenuto del presidente ANMI Vincenzo Durazzo, il saluto istituzionale del sindaco Costabile Spinelli ed il saluto del Comandante Direzione Marittimo di Salerno C.V. Maurizio Trogu.

Seguirà il gran concerto per “La Marina Militare” con la “Cilento Wind Orchestra”, con il meglio della tradizione della Marina. Per dare il giusto risalto ai tre giorni della Marina, il Comune di Castellabate in concerto con le Poste Italiane, ha predisposto in piazza Lucia un Servizio di Annullo Filatelico Speciale per onorare l’evento marinaresco.

Secondo giorno

Il secondo giorno sabato 21 settembre alle ore 16.30 l’appuntamento è al Castello di Castellabate dove nei saloni di rappresentanza è prevista l’inaugurazione di una importante mostra fotografica “La Marina Militare in Cartolina”, dove saranno esposte rarissime foto e cartoline dell’inizio del 900 di una importante collezione curata e portata in esposizione dal Luogotenente MM Giannicola Guariglia, coordinatore delle tre giornate dedicate alla Marina.

La seconda parte della serata è dedicata alla premiazione del Concorso di Pittura delle Scuole Elementari e Medie in esposizione “Castellabate e la Marina Militare”. La serata si concluderà nell’atrio del Castello con uno spettacolo teatrale dell’Associazione Actor Sud. Il terzo giorno è dedicato alla Memoria. Si ricorda una tragica pagina di storia con l’affondamento del Sommergibile Velella. Silurato poche ore prima dell’armistizio dell’8 settembre del 1943, dove persero la vita 61 eroi del mare nelle acque antistanti l’isola di Licosa.

Terzo giorno

Domenica 22 settembre alle ore 9.30, per ricordare il 70° anniversario dei Caduti nell’affondamento, si svolgerà in S. Marco di Castellabate un raduno nazionale dei Gruppi ANMI ed Associazioni d’Armi in congedo che sfileranno dalla Piazza Passaro sul tragitto per il Porto, con adunanza davanti alla lapide del Velella dove si svolgerà l’alzabandiera e cerimonia commemorativa. Farà seguito la Messa officiata da S.E. Vescovo Ciro Miniero, ed ancora seguirà deposizione di corona in mare per i caduti.

Per l’evento commemorativo è prevista una partecipazione civile e militare fra cui l’autorità della Marina Militare della Campania come il contrammiraglio Antonio Basile. Va ricordato l’impegno dei fondatori del Gruppo ANMI di Castellabate, che 25 anni fa iniziarono un’opera importante promuovendo eventi e ricorrenze. Rendendosi promotori e custodi del monumento ai Caduti del Mare, mantenendo vivo fra la popolazione il culto della Patria, il senso dell’Onore e l’attaccamento ai valori della Marina Militare.

Il presidente Vincenzo Durazzo che ha voluto questa tre giorni, tiene a precisare “La manifestazione è una commemorazione fatta da più cerimonie che hanno lo scopo di mantenere alto lo spirito delle tradizioni della Marina e perpetuare la memoria dei marinai caduti per i migliori valori della Patria”.

A questo compito sono stati chiamati a partecipare ed a collaborare per la buona riuscita della manifestazione i 62 associati di Castellabate. Custodi dei migliori valori della Marina, già guidati dal fondatore storico Giovanni Ferruzzo e successivamente da Carlo Mileo, attualmente è subentrato Vincenzo Durazzo.

[Fonte: Cilento.it]

Video: 25° anniversario ANMI Santa Maria di Castellabate