Una mostra sulla Grande Guerra che mette in esposizione cimeli legati al primo conflitto mondiale.
La cerimonia di inaugurazione dell’evento “La Grande Guerra” è in programma lunedì 2 marzo p.v. alle ore 10 presso il Castello dell’abate.
L’iniziativa è organizzata dal Comune di Castellabate e si svolge in collaborazione con l’Associazione culturale Feudo Ron Alfre’ di Bellizzi.
Rientra nel programma ufficiale per le commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei ministri – Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale.
La cerimonia del taglio del nastro vedrà l’intervento del Sindaco Costabile Spinelli e dell’assessore alla cultura Luisa Maiuri, un’introduzione storica curata dal prof. Antonio Villani e la visita guidata all’evento.
La mostra resterà aperta fino a domenica 8 marzo, con ingresso gratuito (orari 9,30-12,30 e 15,30-17).
L’esposizione offrirà un percorso conoscitivo sulla Grande Guerra attraverso un vasto corredo di oggetti e cimeli, tra cui uniformi militari, medaglie, distintivi, fregi e decorazioni, materiali in dotazione nelle infermerie, lettere e cartoline dal fronte, giornali d’epoca, manuali sul combattimento, attrezzi, maschere antigas, racchette da neve e gavette.
Un’apposita sezione sarà dedicata alle foto dei combattenti originari di Castellabate e ai documenti originali custoditi nell’Archivio storico del Comune.
Ci saranno, inoltre, percorsi didattici di supporto per gli approfondimenti e di ausilio per le scolaresche.
«La prima guerra mondiale fu il più grande conflitto mai combattuto fino agli inizi del Novecento e coinvolse numerose nazioni europee ed extraeuropee, segnando una pagina tragica per la storia dell’umanità – spiega l’assessore alla Cultura, Luisa Maiuri – Ricordare ed approfondire questo evento significa cercare di comprendere le motivazioni che lo scatenarono e ricordare chi vi perse la vita.
Tale consapevolezza può aiutarci ad affrontare e a tentare di risolvere i conflitti anche potenziali che oggi viviamo, innanzitutto con modalità differenti dall’utilizzo delle armi».